La Banca centrale europea mantiene i tassi di interesse invariati e sceglie di accantonare le preoccupazioni su un basso livello di inflazione per un periodo di tempo troppo lungo. Il presidente Mario Draghi indica la possibilità di un taglio dei tassi a marzo, mentre il mercato monetario si stabilizza e l'economia mostra qualche segno di...
miglioramento. I problemi principali di Draghi rimangono guidare la zona euro attraverso la fragile ripresa, un esteso controllo della salute del sistema bancario e monitorare le oscillazioni dei mercati finanziari globali in seguito alla decisione della Federal Reserve di iniziare ad uscire dall'emergenza della sua politica monetaria di stimolo.
Fausto Panunzi - Professore di economia politica dell'Università Bocconi da Harvard University, Massachusetts: "Draghi non agisce perché vuole capire meglio come evolverà l'economia, l'intensità della turbolenza sui mercati emergenti, i risultati della revisione degli attivi delle banche, oltre a qual'é stato l'effetto del taglio dei tassi di novembre, a marzo la Bce avrà maggiori informazioni e le decisioni potranno essere prese con una migliore conoscenza del quadro economico complessivo".
Certamente il compito di Draghi non è facile. La situazione è estremamente complicata e richiede giustamente avere più dati - veritieri - possibili nelle mani prima di prendere delle posizioni bilanciate o stimolanti l'economia europea. Inoltre Draghi deve combattere su due fronti. Uno interno all'Europa ed uno esterno alla medesima . Questo , penso , lo faccia dormire molto male.
RispondiEliminaIn ogni caso abbiamo un euro troppo caro rispetto al dollaro e , 10 o 15 punti in meno rispetto all'attuale cambio sarebbe auspicabile.
Che sia questa anche l'idea di Draghi ? Boh!
Giorgio
Interessante analisi di Fausto Panunzi sull'azione della BCE. Sono anch'io d'accordo che non ci sara' deflazione anche perche' l'inflazione reale e' molto maggiore di quella calcolata almeno in Italia. Ad esempio se guardiamo al costo del metano (mia bolletta NON mercato libero) questi sono i costi totali, comprensivi di accise ed iva, fatturati in euro di 1 metro cubo di metano dal 2010 al 2013: 0,721; 0,79 +9,5%; 0,883 +11,8%; 0,907 +2,7%. Confrontando il 2013 con il 2010 vi e' un aumento del 25,8%! Lo stesso dicasi per energia elettrica dove euro/Kwh dal 2010 ad ora nella bolletta e' il seguente: 0,222; 0,223 +0,5%; 0,26 +16,5%; 0,274 +5,1%. Dal 2013 al 2010 l'aumento e' stato del 23,2%! E queste spese incidono non poco sul bilancio familiare. Stesso dicasi per i trasporti, autostrade, carburante, treni, autobus di citta'. Forse solamente l'alimentare ha subito rincari modesti ad esclusione dei superalcolici dove si continua ad aumentare le accise. Quindi almeno per l'Italia l'inflazione c'e' ed e' anche notevole.
RispondiEliminacordialmente
marco