Marco Bonelli - Responsabile relazioni estere CL King & Associates a New York: "Correggo la previsione di fine 2010, l'indice S&P500 può segnare un guadagno del 20 percento entro fine anno perché c'é ripresa economica, le aziende producono buoni utili, c'é il solito discorso della liquidità e i rendimenti obbligazionari sono relativamente depressi rispetto a quelli azionari".
lunedì 14 febbraio 2011
1500 ma anche 1600 di S&P500 per fine anno
Il Mercato azionario occidentale oscilla tra perdite e guadagni. Gli investitori riconoscono che l'indice Standard & Poor's 500 ha raggiunto i livelli di valutazione più costosi dallo scorso giugno e bilanciano l'ottimismo dal piano di transizione verso la democrazia in Egitto e dall'aumento delle esportazioni in Cina. Il Tesoro degli Stati Uniti avverte che le spese per la gestione del debito sono destinate a triplicare fino a 554 miliardi di dollari entro il 2015.
Marco Bonelli - Responsabile relazioni estere CL King & Associates a New York: "Correggo la previsione di fine 2010, l'indice S&P500 può segnare un guadagno del 20 percento entro fine anno perché c'é ripresa economica, le aziende producono buoni utili, c'é il solito discorso della liquidità e i rendimenti obbligazionari sono relativamente depressi rispetto a quelli azionari".
Marco Bonelli - Responsabile relazioni estere CL King & Associates a New York: "Correggo la previsione di fine 2010, l'indice S&P500 può segnare un guadagno del 20 percento entro fine anno perché c'é ripresa economica, le aziende producono buoni utili, c'é il solito discorso della liquidità e i rendimenti obbligazionari sono relativamente depressi rispetto a quelli azionari".
4 commenti:
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Luciano il volume è molto basso.
RispondiEliminaNo niente, ho risolto.
RispondiEliminaQuasi tutti pensano che più cresce l’economia (come è misurata dal Pil), più crescono i corsi delle azioni (come misurati dagli indici). Se l’economia cresce, cresce la domanda e quindi i profitti e quindi i corsi delle azioni. Il ragionamento porta a preferire i paesi emergenti (che crescono molto) a quelli emersi (che crescono poco). Dunque, alla fine si ha la relazione crescita=azioni. Per fortuna i mercati finanziari esistono da un secolo ed esistono le statistiche. Sarà vero quanto appena detto? No, perché non esiste una relazione significativa stabile ed elevata fra crescita e azioni. Questa risultanza statistica è controintuitiva e mette in crisi un «luogo comune».
RispondiEliminaComplimenti per l'ottima idea di Vloganza a
Luciano.
Mah... in uno degli ultimi interventi lei aveva detto che il mercato era debole perchè l'AD line non confermava i massimi degli indici...
RispondiEliminaOra spara un +20% dopo il +100% già fatto dai minimi.
Poi ci chiediamo chi crea le bolle...