Il secondo salvataggio finanziario di un paese della zona euro non riesce a calmare le speculazioni sulla possibilità che la crisi del debito europeo possa allargarsi. Cala il mercato azionario appesantito dai titoli bancari, scendono i prezzi delle materie prime e l'euro si indebolisce. Il costo per proteggersi dall'insolvenza dell'Irlanda rimane pressoché invariato.
Claudia Segre - Segretario generale Assiom Forex a Milano: "L'Europa dovrà mettersi alla prova sui piani di salvataggio di Irlanda e Grecia, e dovrà risolvere i problemi istituzionali e burocratici a cui è sottoposta nel momento in cui deve definire direttive importanti e urgenti in periodo di crisi".
Dott.ssa una domanda sull'Italia:
RispondiEliminaLa sintesi dell'ambiguità italiana è tutta nell’ "errore" del Financial Times del 12 novembre quando viene pubblicato un articolo dove si sostiene che i mercati obbligazionari stanno già scommettendo sulla bancarotta "delle tre economie più deboli della zona euro: la Grecia, l'Italia e il Portogallo". C'è anche il grafico che evidenzia i picchi di rendimento dei Btp decennali italiani rispetto ai Bund tedeschi, cioè quanto il debito pubblico italiano sia percepito come più rischioso di quello tedesco. Poi lo stesso articolo viene pubblicato sull'edizione on-line e, sorpresa, le tre economie europee più deboli sono indicate (correttamente) come Irlanda, Portogallo e Grecia. Niente Italia quindi.
Il problema principale per l'Italia resta quello della bassa crescita che, in prospettiva, rende più difficile sostenere il peso del debito. I parametri in base ai quali si decide oggi della vita e della morte delle nazioni sovrane sono infatti i rapporti debito/Pil (in Italia al 116%) e deficit/Pil (in Italia al 5,1%). Quindi se il Pil va giù il rapporto schizza alle stelle ed il nostro paese entra nel mirino degli speculatori.
Il Pil, dice l’Istat con gli ultimi dati, non crescerà più dell'1% nel 2010. E mentre il debito continua a crescere, le entrate si confermano in calo: -1,8%, dice Bankitalia nell’ultimo bollettino con il Tesoro che cerca come sempre di ridimensionare. Se a questo si aggiunge che dopo le prime analisi i tecnici della Camera stanno già mettendo in dubbio l'esistenza reale dei soldi che il governo vuole spendere con la finanziaria e che, elezioni o meno, c'è il rischio che la politica economica italiana resti congelata per molti mesi, si capisce perché, forse, quello del Financial Times più che un refuso, somigli forse ad un'anticipazione.
Dott.ssa Segre quello che ho postato è copiato ma ci terrei ad avere il suo punto di vista sulla possibilità che il "domino" colpisca anche l'Italia.
Grazie.
Gianni,
RispondiEliminacredo che la risposta alla tua domanda sia già nel video.
Questo pezzo di articolo appare più un esercizio di pettegolezzo che non un'analisi affidabile. E, ancora, cerchiamo di fare domande chiare, essenziali e dritte al punto, sono sempre le migliori.
Ciao
Senta Luciano, il bello di Vlog secondo me non è il commento dei tecnici che vengono intervistati ma lo stimolo che loro danno A CHIEDERE.
RispondiEliminaQuesto molto spesso può richiedere una ricerca (se non si è allo stesso livello di preparazione finanziaria degli intervistati); altrettanto molto spesso i professionisti rispondono direttamente alle domande senza aspettare il prossimo video.
La mia domanda era sull'Italia e non mi sembra che nel video se ne è parlato, a questo punto Luciano se la domanda vuoi metterla nel prossimo video usa solo le ultime due righe (così rimane breve) oppure se la risposta verrà data nei commenti non perso che per leggere 20 righe ci voglia più di un minuto.
Se non avrà risposta, pazienza!
Gianni,
RispondiEliminaascolta dal minuto 09:30 a 12:04. Spero troverai risposta alla tua domanda sulla possibilità che il "domino" colpisca anche l'Italia.
(Nota che la prima volta Claudia Segre nomina Italia e Portogallo ma chiaramente intende Italia e Spagna come confermerà per due volte in seguito).